Cosenza femminista
Cosenza femminista

Il 24 e il 25 novembre saranno due giornate di lotta, di rabbia e di cura.

Non vogliamo più commemorazioni simboliche né panchine rosse che mascherano l’assenza di reali azioni in materia di contrasto e prevenzione della violenza di genere.

L’impegno delle istituzioni italiane è ancora fortemente inadeguato, orientato prevalentemente alla punizione dei carnefici, senza attivare abbastanza risorse per costruire il cambiamento culturale di cui abbiamo bisogno. Eppure negli anni sono stati istituiti piani strategici, investimenti e commissioni, che si sono rivelati inadeguati a fronteggiare il fenomeno e che nella stragrande maggioranza dei casi si sono risolti in promesse non mantenute.

Basti pensare che sono trascorsi oltre dieci anni da quando il nostro Paese ha ratificato la Convenzione di Istanbul, senza che questa sia stata ancora pienamente applicata, e che l'attuale governo ha ridotto del 70% le risorse destinate alla prevenzione.

Un anno dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, oltre 100 donne sono state uccise e i numeri dei femminicidi hanno subito una drastica impennata. Giulia non è stata l’ultima: i volti, i nomi, le storie di amiche, sorelle e compagne massacrate continuano imperterrite ad avvicendarsi nelle notizie di cronaca. Abbiamo sotto gli occhi una vera e propria mattanza e, nel frattempo, le massime espressioni dello Stato strumentalizzano le nostre morti per fare gelida propaganda razzista, negando l’esistenza del fenomeno e legittimando la cultura dello stupro.

Ma i femminicidi sono soltanto la punta dell’iceberg. Ogni giorno, in ogni contesto della nostra vita, ci sentiamo in pericolo. Dalle molestie per strada agli abusi negli ambienti di lavoro, dai commenti sessisti alle discriminazioni quotidiane, la violenza è una costante per tutte noi. La violenza non è solo fisica, è culturale e istituzionale, è l’aria che respiriamo, è il clima in cui cresciamo e invecchiamo.

Non scenderemo in piazza per commemorare passivamente le vittime, lo faremo per pretendere giustizia, per puntare il dito contro quella piramide di potere da cui arrivano soltanto parole, minuti di silenzio e politiche liberticide nei confronti delle donne.

Scenderemo in piazza perché la nostra rabbia sia un motore collettivo di cambiamento, per guardarci negli occhi e dirci quanto è faticoso dover avere sempre paura. Lo faremo perché chi non prende posizione è complice.

Non arretreremo di un millimetro:

vogliamo continuare a vivere e vogliamo vivere libere!

COSENZA FEMMINISTA

tra 1 giorno
varie location (Cosenza)
Piazza XI Settembre, Cosenza (CS)
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