Cosenza è divenuta una città senza risposte, ma ancor più preoccupante è l’assenza di domande.
Sono sempre di meno le persone che si interrogano sullo stato di salute civile, sociale e culturale della città. Oltre che a un restringimento, assistiamo a una rarefazione degli spazi di democrazia.
Sfiducia diffusa, crisi economica strutturale, emigrazione di massa, mutamento delle forme di partecipazione?
Potremmo discutere a lungo sulle possibili cause di questa apatia generalizzata. Ciò che conta, oggi, è tornare a spingere per aprire nuove domande, in forma collettiva, deliberativa, incisiva, politica.
I problemi sono tanti e investono ogni aspetto della vita di chi vive questa città.
I servizi pre e post scuola non esistono più, tutto a vantaggio degli operatori privati, così come la mancata attenzione sugli asili nido, infrastrutture sociali fondamentali per una città civile sulle quali, a Cosenza, non c’è alcun investimento da parte dell’amministrazione.
Anche i servizi di assistenza agli anziani risultano ormai inefficienti a causa della siderale distanza tra la domanda e la capacità di offerta del settore welfare comunale. È mai possibile accettare questa sistematica riduzione dei diritti di cittadinanza in silenzio, senza organizzare una risposta collettiva?
L’assenza delle risorse pubbliche necessarie e la cattiva gestione dei servizi sanitari stanno producendo un progressivo peggioramento della qualità della nostra vita, insicurezza, disperazione e disuguaglianze. Come possiamo far emergere, anche in questo campo, i bisogni della maggioranza delle persone che vivono in questo territorio?
Come mai la cosiddetta “società civile” rimane impassibile dinanzi alle infiltrazioni malavitose in ogni settore e livello delle istituzioni?
Quali apparati politico-clientelari si stanno amalgamando per impossessarsi delle leve amministrative in vista della città unica?
Perché i gruppi culturali non si ribellano alla commercializzazione degli spazi pubblici comunali?
Sono solo alcune delle domande intorno alle quali riteniamo sia giusto e opportuno rispondere comunemente, in un’assemblea pubblica che evidenzi anche l’urgenza di sfidare il futuro, ripartendo dal presente, individuando i possibili strumenti per incalzare chi amministra e realizzare alternative concrete.
Se è vero che la nostra città sembra spegnersi lentamente e perdere vivacità, è anche vero che esiste una parte della città che opera quotidianamente e in maniera coraggiosa in ambiti diversi, mettendo in campo energie, determinazione e coraggio. Forse è proprio da qui che dovremmo partire per rilanciare e porre al centro del dibattito e dell’agenda politica cittadina i bisogni e i desideri dei cosentini e delle cosentine. È arrivato il momento di scrivere una nuova pagina per questa città. Condividiamo e organizziamo insieme questa necessità ormai impellente.
Ci vediamo tutti e tutte in un’assemblea
pubblica, all’aperto, su via Macallè (davanti La Base), giovedì 11 luglio alle ore 18.30