FIACCOLATA CONTRO LA GUERRA

19 OTTOBRE - ORE 18

PIAZZA XI SETTEMBRE - COSENZA

Contro il clima autoritario che si respira in Italia, tra i divieti imposti alle piazze solidali con la Palestina e la discussione del "DDL 1660".

Abbiamo ancora negli occhi le scene del 5 ottobre a Roma, la criminalizzazione preventiva, la militarizzazione e l'accerchiamento di una piazza autorizzata, la determinazione di quella e di altre piazze nel prendersi a spinta il diritto a manifestare l'opposizione al Genocidio in corso in Palestina e in Libano, armato e sostenuto dal governo e dai media italiani.

Viviamo ormai in uno stato di guerra, dove il dibattito pubblico è appiattito sulla giustificazione a qualunque costo della guerra, in funzione degli interessi miliardari dell'industria bellica e delle grandi aziende che fanno profitti sui conflitti.

Sabato 19 ottobre, in tutta Italia scenderemo nuovamente in piazza, per denunciare anche la piega pericolosa annunciata dal nuovo pacchetto "sicurezza" proposto dal governo.

Una legge che mira a criminalizzare come "terrorismo" qualsiasi forma di dissenso, opposizione o critica, fino a punire anche le pratiche di resistenza passiva o la semplice espressione di idee scomode al potere - mentre viene data sempre più "mano libera" (e armata) alle forze di polizia.

Siamo davanti al tentativo violento di silenziare ogni ambito della società, chiunque abbia un'idea critica sull'operato governativo, dall'atteggiamento sulla guerra a tutti gli altri temi fondamentali di questa epoca.

Davanti a tutto questo, non cederemo al ricatto del silenzio imposto, mentre viene minato ogni diritto e viene legittimato qualunque crimine commesso da Israele, responsabile da 76 anni di una pulizia etnica finalizzata al Genocidio.

Riteniamo fondamentale scendere in piazza, dalla parte giusta della storia, contro uno "Stato di polizia" finalizzato a legittimare la macchina della guerra e della sopraffazione.

NO ALLO STATO DI GUERRA

NO ALLO STATO DI POLIZIA

FERMIAMO IL DDL 1660

Cosenza contro la guerra

Cosenza contro il "ddl sicurezza"