MEMORIA, VERITA' E GIUSTIZIA
per CUTRO E LE ALTRE STRAGI
CAROVANA per UNA CALABRIA APERTA E SOLIDALE
partecipa, iscriviti
con CARAVANA ABRIENDO FRONTERAS E CAROVANE MIGRANTI
Giovedì 20 febbraio 2025
accoglienza a Scisciano(Na) dalle 16.00, incontro con la Rete vesuviana solidale e serata interetnica
Venerdì 21 febbraio
ore 9.00, partenza da Scisciano,incontro con SAI di Acquaformosa (Cs), paese arbereshe, nel pomeriggio serata e pernottamento
Sabato 22 febbraio
ore 9.00 partenza da Acquaformosa per Cerzeto (Cs) incontro con SAI, partenza tardo pomeriggio per Rosarno (Rc)
Domenica 23 febbraio
ore 10.00 iniziative con i lavoratori braccianti a S. Ferdinando ed a Dambe So, partenza tardo pomeriggio per Cosenza
Lunedi 24 febbraio
ore 10,00 Cosenza,Conferenza stampa
dalle ore 11.00 alle 13.00 intervento alla lezione inaugurazione del corso su Migrazioni e cittadinanza globale, Dispes Unical,
seminario internazionale pomeridiano nell’Aula Studio Liberata dell' Unical e serata interculturale
Martedì 25 e Mercoledì 26 febbraio
ore 9.00 partenza da Cosenza per Crotone per partecipare alle iniziative della Rete 26 febbraio per il secondo anniversario della strage di Steccato di Cutro, presentazione del Lenzuolo della Memoria Migrante
Su queste pagine troverete gli aggiornamenti sulle iniziative nelle varie tappe, il programma completo delle giornate di Cutro promosse dalla Rete 26 Febbraio. Il programma delle proiezioni del film di Marco Daffra, "Un mare di porti lontani"
Perchè una Carovana a Cutro:
Nel luglio del 2023, ad un anno della strage del Barrio Chino la Carovana Abriendo Fronteras era a Melilla. Tra i testimoni una madre messicana che cerca i suoi quattro figli, la sorella di uno scomparso nel naufragio di Cutro per sottolineare con forza come siamo di fronte a crimini di sistema e ad una conseguente “cartografia dell’impunità’. Melilla, Ceuta, Ciudad Juárez, Pylos, Cutro e ancora una volta in Calabria, Roccella Jonica,
Sono tanti di più i luoghi delle necropolitiche globali; in questi luoghi anche tristemente simbolici si affinano gli strumenti della negazione, dell’occultamento dei corpi insieme a quelli dei diritti delle famiglie e delle comunità. Roccella Jonica, in ultimo ne è un buon esempio.
Le istituzioni italiane terrorizzate dall’effetto Cutro sulla opinione pubblica hanno nascosto, disperso cadaveri in luoghi diversi, hanno depistato l’informazione, hanno impunemente maltrattato le famiglie disorientate ;
inoltre si prosegue nell’ostacolare i soccorsi in mare ed a criminalizzare le navi umanitarie.
Nella Carovana verso i Balcani dello scorso luglio, abbiamo raccolto tante storie che purtroppo confermano questa guerra ai Popoli in movimento. Gli attivisti locali lungo la rotta, i gruppi internazionali, da No Name Kitchen al Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino misurano ogni giorno questa offensiva militare e politica contro le persone in cammino.
Tenteremo di legare queste diverse esperienze con il fine di comprendere se possiamo costruire insieme una piattaforma di richieste ai soggetti istituzionali che possano ottenere Verità e Giustizia per i/le desaparecidos del regime di frontiera.
In questi dieci anni di accompagnamento delle madri tunisine che cercano i loro famigliari dispersi non abbiamo mai ben compreso il ruolo dell’ufficio del Commissario straordinario di Governo per le persone scomparse.
Sul sito si legge addirittura che collabora con le omologhe autorità spagnole (Centro spagnolo nazionale per le persone scomparse, C.N.DES).
Qui si dovrebbero incanalare le richieste dei famigliari che cercano persone scomparse affinché le istituzioni coinvolte rispettino una procedura chiara ed inequivocabile nel trattamento dei dati e delle informazioni.
Nella recente Carovana verso i Balcani abbiamo espresso la volontà di conoscere meglio l’esperienza spagnola che si sta misurando con la realizzazione di un database degli scomparsi.
Una volta di più la rivendicazione di questa Carovana, nei confronti delle Istituzioni, è di procedere, con i famigliari, le associazioni di migranti, gli attivisti alla costruzione di un codice di comportamento vincolante in presenza di un naufragio o di un corpo non identificato.
Le prime ore che seguono l’evento sono le più delicate ed in questa fase è indispensabile raccogliere più informazioni possibili:
Deve essere una consuetudine il prelievo del DNA sui corpi senza vita e su quello dei famigliari che rivendicano la scomparsa di un loro caro, questo unitamente alla raccolta dei dati ante e post mortem utili all’identificazione delle salme;
Deve essere garantita la possibilità, anche posteriormente, di identificare i corpi e di seppellirli secondo la volontà e il credo espresso dalle famiglie;
Certo deve essere l’impegno dei Governi per il rimpatrio delle salme;
Le sepolture, dei corpi non immediatamente rivendicati dalle famiglie, devono essere effettuate garantendo la tracciabilità per un eventuale futuro riconoscimento o rimpatrio;
Al contrario di quanto abbiamo misurato in diverse occasioni gli enti coinvolti devono garantire una accoglienza degna ed adeguata ai sopravvissuti ed ai famigliari.
Questo significa pensare ai costi di viaggio, vitto, alloggio ed al supporto medico e psicologico.
I famigliari devono essere informati in ogni fase dell’identificazione per la doverosa comparazione del profilo genetico.